23/04/11

Testi radiofonici. Il penarello verde

Il penarello verde
Voce narrante Margherita Antivulgaris ( Lara Baracetti )


Un pennarello verde e una torta di compleanno,
branchi di pesci, persino piccoli e innocui squali,
traiettorie rettilinee e membrane timpaniche,
nevi perenni, onde ultracorte, vie afferenti,
larve di insetti, muffe, cilindri, infusioni.
In nome dei più elementari legami contrattuali
nei quali prevarica la politica della nostra amicizia
vi propongo di ascoltare ancora l'allochire degli angeli.
Ecco la precedenza della volontà selvatica:
librarsi, vagare, folleggiare.
Una volta aspiravate ad un mondo più elevato
rigido d'intonaci spettrali,
vi nutrivate di parole amabili e orribili crimini.
Oggi malvolentieri il sole
infiamma l'affermazione, e lì,
tra il soffitto giallastro e le pareti ammuffite
la materia s'interroga:
ecco il paradiso, ecco il rumore venerato,
ecco la precedenza della volontà selvatica:
librarsi, vagare, folleggiare…
Ahhh…fin qui felici nel mondo che ci avvolge.
Un raggio di luce passa tra il fogliame e accarezza lo sconforto,
così l'infinito culla la beatitudine.
Però si parte amici,
tra cumuli di materia luminosa e bottiglie di plastica,
fili d'acciaio e camere di sorveglianza.
Si parte incuranti dei dati che il movimento accumula.
Ecco la tensione delle travi di legno!
Ecco il principio lineare parallelo e complanare!
Tutte le equazioni, tutte le schede e i colori del mari.
Sulle oziose divinità, sulle amnesie naturali
scivola il tempo oscuro. La farsa del destino si presenta così.
Allora, alzate il volume dei vostri recettori ed ascoltate:
fiori di colore azzurro cupo,
miniere d'oro, semi dissecati,
sorgenti termali, prospettive magiche,
interessi individuali,
margini arrotolati, stuoie di cuoio, chiazze di sale,
operosità, servilismo, alterazione,
privilegi, perplessità, frammentismo, immediatezza.
Telefoni, montagne, fognature,
vetri rotti, appendiabiti, righelli di plastica, ecco,
ecco la brezza del mattino,
la grande festa degli acari padroneggia sui letti disfatti!

Testi radiofonici . Parlare

Parlare
Voce narrante Margherita Antivulgaris ( Lara Baracetti )



Amici,
non so se sono viva
o morta,
non so se è giorno o notte,
se sono un albero,
una lampada,
o qualcos'altro
E' non so neppure se sono capace di parlare.
No, no no,
ho deciso di sottrarmi da ogni responsabilità.
Non parlerò più,
dimenticatemi, dimenticate tutto.
Non ci sto più a questa farsa.
Io parlavo, sì forse parlavo,
parlava la dolce quiete dei pomeriggi d'estate,
parlavano le lenzuola sporche dell'ospedale,
parlava la folla nel mercato.
Sì forse parlavo
Perché qualcuno parlava, parlava perché
migliaia di occhi senza un corpo
si precipitavano tra le voci, e così,
ad ogni cosa e in ogni tempo,
donavano l'effimera illusione del parlare.
Amici non ci sto più a questa farsa,
dimenticatemi, dimenticate tutto.
Lo so, lo so e pure voi lo sapete,
avete un serpente attorcigliato al collo, avete
una mummia in una mano e un limone nell'altra.
Siete così scaltri, così distanti,
cosi indeterminati e fragili,
che nemmeno l'alito della primavera
sarebbe capace di risvegliarvi.
Su, su, alzate le stupide cornette,
destreggiatevi nei linguaggi ingannevoli,
e parlate, parlate, perché una volta parlavate,
si parlavate, ed eravate vivi e la terra
vi donava i suoi frutti.
Parlate! Splendete in qualche inopportuna rivolta,
liberate la dimora dei sogni,
perché così,
è solo così,
le creature della mia voce
vi accoglieranno nella loro fede rivoluzionaria.
Perbacco!.
Credevo che alla fine
qualcuno parlasse.
Qualcuno ha parlato?
Qualcuno ha parlato?

17/04/11

Lo sconosciuto

Lo sconosciuto

Non più nello spazio
il mio cuore il suo lavoro accenna.
Nessuna causa attesta il fuoco
che nell'incantesimo arde.
Nessun presagio
dal lichene primordiale espira
perché vile lo stesso umano approccio
scende dall'alto
come uno sconosciuto.

Il nucleo fumante

Il nucleo fumante

Non un albero senza foglie,
bensì un nucleo fumante che di tanto in tanto scoppia
vedrò
Amici
proiettando una poderosa luce policroma
l'aria aspirata insorge:
ogni cosa accanto a me
segue il suo corso.
Oh! Fuor del consueto
l'incantesimo dimora
ed è presente nel mondo.
Sui cilindri di cristallo
attraverso una molla
nei granelli di zucchero
o sui cappotti di lana.
Oh! ride il difetto che assorbe le forme
ride lo scheletro
ride il vento marino, amici
non la grammatica
né tantomeno l'interesse
bensì l'intenzione che fu
vagherà tra le ombre,
perché ogni cosa accanto a me
scompare.
Solo un nucleo fumante
che di tanto in tanto scoppia
vedrò

La via dei giovani entusiasti

La via dei giovani entusiasti

Stesi i panni lavati su una corda,
chiusi la porta a chiave,
segnalai una città sulla carta geografica,
spostai una sedia,
versai dell'acqua in una brocca,
sentii il rumore di un treno,
e poi, all'improvviso
mi addormentai.

Amici, silenzio! Guardate giù!
le luci, la via dei giovani entusiasti,
le cose presenti, persino la musica che arriva da lontano.
Trombe, flauti, alberi secchi volano occhi
in torbide risate
tutto si espande e si richiude!
Sommo lo sforzo trattiene le sorgenti
governa i mari
e beffa l'anima.
Morire per vedere,
levare la materia che ingombra
e poi, all'improvviso,
sognare
spostare
sentire
lavare.

Parvenza

Parvenza

Sensibile sull'orma
densa dell'avvicendarsi a specchio
nel demerito della semplice parvenza
si allontana
un treno.